domenica 3 maggio 2015

Costituzione della Repubblica Italiana - Articolo 4

Buongiorno e buona Domenica, cari con-Cittadini attivi!
Mi rendo conto, ogni giorno che passa, che tra le tante cose (buone e sbagliate) che faccio, ogni tanto una l'azzecco anche io... Giovedì scorso, 30 aprile 2015, ho avuto il piacere di moderare un gran bel convegno, presso la Sala Rossa di Palazzo San Bernardino a Rossano, dedicato al 70° anniversario della Liberazione d'Italia dal nazifascismo e la ricorrenza del 1° maggio "Festa del Lavoro". 
 Nell'ambito di questo convegno, organizzato in collaborazione tra l'Associazione "Rossanesi nel Mondo - Gennarino Scorza Croce a Merito di Guerra e Medaglia d'Onore" ed il Liceo Classico "San Nilo" di Rossano, è stato rimarcato, dagli illustri relatori (tra cui la dott.ssa Anna Maria Casavola dell'A.N.E.I., il Prof. Franco Filareto, il Vescovo di Rossano-Cariati Mons. Giuseppe Satriano, l'Avv. Achiropita Titti Scorza, la Prof.ssa Adriana Grispo), ancora una volta il grandissimo valore storico, giuridico, politico ed umano della nostra Carta costituzionale. Che è frutto della Resistenza partigiana e civile di tutta Italia contro la barbarie della ferocia delle truppe naziste e fasciste. Dobbiamo essere orgogliosi, cari Amici, della nostra Costituzione! Orgogliosi dei nostri padri costituenti e della loro grande lungimiranza giuridico-politica. Hanno posto basi solide alla ri-costruzione della nostra Nazione. Alla costruzione della nostra Repubblica. Alla costruzione della nostra Democrazia. E questo aspetto è stato rimarcato sia nel convegno suddetto che nel convegno (a cui ho partecipato come pubblico) organizzato il 25 aprile, sempre a Rossano, dall'A.N.P.I., che a Rossano è diretta dal Prof. Franco Filareto (già Sindaco della Città di Rossano dal 2006 al 2011).
Ebbene, devo dire che queste iniziative fanno bene al mio spirito, al mio "cammino", al mio "percorso". Anzi, fanno bene a non solo a me, ma a tutti coloro vi partecipano. E sentire anche giovani ragazzi di Liceo parlare di Costituzione, mi fa sentire "meno solo" ed orgoglioso di questa iniziativa che sto portando avanti con il vostro preziosissimo aiuto e la vostra gentile collaborazione. 
Ed ora, andiamo a leggere, insieme, il dettato dell'Articolo 4 della Costituzione, incentrato, come possiamo subito vedere, nei suoi due commi integralmente sul tema "Lavoro", tanto caro agli italiani soprattutto in questo momento delicatissimo in tema occupazionale (l'Istat da pochi giorni ha annunciato che nell'ultimo mese la disoccupazione in Italia ha raggiunto il 13%, con punte del 45/50% al Sud):
"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".
Lo so: so a cosa state pensando, mentre leggete insieme a me il testo di questo bellissimo articolo... Lo so fin troppo bene. 
L'articolo 4 riconosce prima il "diritto" e subito dopo il "dovere" dei "cittadini" a svolgere un'attività lavorativa. Quindi un lavoro, che sia di tipo dipendente o autonomo. E la Repubblica si impegna a promuovere quelle condizioni affinché il diritto di ognuno a svolgere il proprio lavoro sia garantito. Nel secondo comma si parla di "scelta" e di "possibilità" nell'ambito del dovere a svolgere un lavoro.

È, quindi, un dovere lavorare. Ma se prima non viene riconosciuto il diritto, come può diventare un dovere? Uno spunto per discutere. E la Costituzione, sempre nell'articolo che stiamo esaminando, dice che il lavoro deve concorrere al progresso materiale o spirituale della società. Quindi, vedete come i Padri costituenti hanno posto le basi per un discorso generale e di sviluppo della nostra Patria? Si parla di crescita materiale e spirituale. 
Bene, io mi fermo, per il momento, non prima, però, di augurarvi, con tutto il cuore, di trascorrere una giornata di serenità, pace ed amore con i vostri affetti più cari. Senza dimenticare MAI il nostro prossimo e chi è meno fortunato. 

Rossano, 3 maggio 2015
Serafino Caruso

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