Buongiorno e buona Domenica, cari con-Cittadini attivi!
Mi rendo conto, ogni giorno che passa, che tra le tante cose (buone e sbagliate) che faccio, ogni tanto una l'azzecco anche io... Giovedì scorso, 30 aprile 2015, ho avuto il piacere di moderare un gran bel convegno, presso la Sala Rossa di Palazzo San Bernardino a Rossano, dedicato al 70° anniversario della Liberazione d'Italia dal nazifascismo e la ricorrenza del 1° maggio "Festa del Lavoro".
Ebbene, devo dire che queste iniziative fanno bene al mio spirito, al mio "cammino", al mio "percorso". Anzi, fanno bene a non solo a me, ma a tutti coloro vi partecipano. E sentire anche giovani ragazzi di Liceo parlare di Costituzione, mi fa sentire "meno solo" ed orgoglioso di questa iniziativa che sto portando avanti con il vostro preziosissimo aiuto e la vostra gentile collaborazione.
Ed ora, andiamo a leggere, insieme, il dettato dell'Articolo 4 della Costituzione, incentrato, come possiamo subito vedere, nei suoi due commi integralmente sul tema "Lavoro", tanto caro agli italiani soprattutto in questo momento delicatissimo in tema occupazionale (l'Istat da pochi giorni ha annunciato che nell'ultimo mese la disoccupazione in Italia ha raggiunto il 13%, con punte del 45/50% al Sud):
"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".
Lo so: so a cosa state pensando, mentre leggete insieme a me il testo di questo bellissimo articolo... Lo so fin troppo bene.
L'articolo 4 riconosce prima il "diritto" e subito dopo il "dovere" dei "cittadini" a svolgere un'attività lavorativa. Quindi un lavoro, che sia di tipo dipendente o autonomo. E la Repubblica si impegna a promuovere quelle condizioni affinché il diritto di ognuno a svolgere il proprio lavoro sia garantito. Nel secondo comma si parla di "scelta" e di "possibilità" nell'ambito del dovere a svolgere un lavoro.
È, quindi, un dovere lavorare. Ma se prima non viene riconosciuto il diritto, come può diventare un dovere? Uno spunto per discutere. E la Costituzione, sempre nell'articolo che stiamo esaminando, dice che il lavoro deve concorrere al progresso materiale o spirituale della società. Quindi, vedete come i Padri costituenti hanno posto le basi per un discorso generale e di sviluppo della nostra Patria? Si parla di crescita materiale e spirituale.
Bene, io mi fermo, per il momento, non prima, però, di augurarvi, con tutto il cuore, di trascorrere una giornata di serenità, pace ed amore con i vostri affetti più cari. Senza dimenticare MAI il nostro prossimo e chi è meno fortunato.
Rossano, 3 maggio 2015
Serafino Caruso
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